Fashion news
Borsalino: è fallita la storica azienda di cappelli dei divi
Il marchio Borsalino è ufficialmente fallito.
Il mondo della moda saluta Borsalino, storica azienda di cappelli è ufficialmente fallita oggi, dopo che il tribunale di Alessandria ha respinto la richiesta di concordato della Haeres Equita srl, la società dell’imprenditore svizzero Camperio che ha rilevato il marchio qualche anno fa. Quello di Camperio è stato un ultimo gesto disperato per cercare di risanare una realtà di cui erano rimaste solo macerie. Borsalino è stata vittima di investimenti e soci sbagliati che hanno prosciugato le finanze di questa bellissima realtà, c’è anche da dire che lo Stato non ha mosso un dito per aiutare un’azienda italiana con 160 anni di storia a rimettersi in piedi. Meno male che appena pochi mesi fa il ministero dello sviluppo economico ha creato un francobollo per celebrare la storia di Borsalino e collocare l’azienda tra le “Eccellenze del sistema produttivo”.
[related layout=”big” permalink=”https://fashionblog.lndo.site/post/15581/w-il-cappello-borsalino”][/related]
Ma facciamo un passo indietro. Borsalino è un marchio fondato ad Alessandria nel 1857 dai fratelli Giuseppe e Lazzaro che crearono il loro laboratorio di cappelli. Il successo vero arrivò quando Humphrey Bogart indossò un Borsalino nella scena finale di Casablanca, ma amavano questo accessorio elegante e signorile anche Al Capone, Alain Delon, Jean-Paul Belmondo, Federico Fellini che aveva il suo modello personalizzato “Fedora” e poi ancora Robert Redford, Robert De Niro che ne indossa uno nel film “Gli Intoccabili”, e ancora il presidente francese François Mitterand, Winston Churchill, Pancho Villa, Gabriele D’Annunzio, Ernest Hemingway e persino Berlusconi. I primi errori arrivano nella metà del ‘900 quando i cappelli Borsalino passano dall’essere un prodotto di massa e quindi per tutti ad un oggetto di culto che si rivolge solo a pochi. In questi anni l’ultimo discendente della famiglia Borsalino, Vittorio Vaccarino, cede la maggioranza a un imprenditore milanese e qui possiamo identificare l’inizio della fine.
Negli anni Novanta Borsalino finisce nel tunnel di Tangentopoli, i due proprietari che lavoravano per il Psi vengono arrestati, le quote vengono sequestrate e battute all’asta, passano di mano in mano e arrivano nelle mani dell’imprenditore astigiano Marco Marenco, che da il colpo di grazia al marchio con un mega crac da 3,5 miliardi. Siamo arrivati al 2015 e Borsalino ottiene un concordato preventivo dal tribunale, i commissari straordinari Stefano Ambrosini e Paola Barisone cedono in affitto un ramo dell’azienda all’imprenditore svizzero Philippe Camperio che cerca di portare Borsalino agli antichi splendori, si concentra solo ed esclusivamente sui cappelli. Purtroppo il suo impegno non è bastato ed oggi quando il tribunale ha respinto la richiesta di concordato della Haeres Equita srl, è arrivato inesorabile il fallimento.
Non so se ci sono ancora margini per sperare, ma speriamo che qualcuno si mobiliti per salvare questa azienda storica che ha avuto la sfortuna di non essere stata mai protetta come avrebbe meritato.
[related layout=”big” permalink=”https://fashionblog.lndo.site/post/537837/borsalino-collezione-primavera-estate-2018-leleganza-italiana-anni-60″][/related]
via | repubblica