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IED Fashion Show 2017: il talento dei giovani designer e il Premio in onore di Franca Sozzani
I giovani talenti della moda, che hanno studiato allo IED, hanno presentato le loro creazioni con il consueto Fashion Show di fine anno accademico. Scopri tutto su Fashionblog
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IED – Istituto Europeo di Design celebra il talento dei giovani designer e istituisce il Premio in onore di Franca Sozzani, Direttrice di Vogue Italia e Direttore Scientifico di IED per molti anni. I premiati sono stati: Eros Tolentino per il Premio Pitti Immagine, e Antonio D’Addio per il Premio Franca Sozzani. Con il premio Franca Sozzani, IED si impegna a sostenere il talento dei giovani creativi che con passione, studio, dedizione e spirito innovativo si distinguono nel percorso accademico. Ogni anno il premio permetterà a un giovane designer di vivere un’esperienza nuova e unica, pensata per valorizzare sia le capacità che le competenze acquisite negli anni di formazione.
Alla prima edizione del premio Franca Sozzani 2017 hanno partecipato le sedi IED di Milano, Roma e Barcellona che hanno assegnato il riconoscimento durante il consueto Fashion Show di fine anno accademico, che porta in passerella le migliori creazioni degli studenti del terzo anno della Scuola di Moda.
Eros Tolentino – 52HTZ
Il corpo parla. Le energie che lo compongono si aggrovigliano, palpitano, producono un’oscillazione in superficie, un’oscillazione inintelligibile, come quelle spedite verso l’alto dagli abissi dell’oceano. Sulla superficie le energie lasciano traccia, un intrico di solchi e pieghe in cui si annida il senso, disegni di luce e ombra che danno vita a un codice inedito, isolato, un solitario grido silenzioso.
Binghua Mao – ABOVE THE OCEAN
I pescatori di Zhousan, un arcipelago del Mar della Cina, trasmettono le proprie tecniche di lavoro di padre in figlio. La collezione è l’omaggio di un nativo della regione alle tradizioni del suo popolo. Il grigio-blu ininterrotto del mare e del cielo si fonde con i colori squillanti degli strumenti da pesca. Il legame fra passato e futuro è un’articolazione di chiusure, reti, ganci, volumi imponenti e compatti.
Ylenia Facchetti – LA DAMA BIANCA
Una fanciulla esile e malinconica, una vergine coperta di nitidi e cedevoli panneggi, come in una miniatura tardogotica. Sedotta dall’aria e dallo scintillio del cielo, Biancamaria Martinengo, la Dama Bianca, precipitò dalle mura del suo castello a Padernello nel 1480, dando vita alla leggenda che questa collezione celebra: abiti fatti di bagliori, fluttuanti diaframmi, come le lucciole di una notte d’estate.
Tiziana Binetti – TRAUMA REMEMBER ME
Il corpo umano esplorato, intagliato, offeso. Le tracce del trauma come punti di non ritorno, pezzi di storia impossibili da cancellare. L’opera dello scultore altoatesino Gehard Demetz è la fonte di ispirazione: le deboli trame della maglia, i tessuti alterati e trasformati in raggruppamenti di bolle, la sfumata gamma cromatica. Il corpo umano esprime il suo dolore attraverso un sommesso mormorio.
Timea Agnes Benedek – GODS ON EARTH
La forma classica esplode e si ricompone. Gli dei sulla terra sono figure di un mondo altro: inedite, prive di quiete, portatrici di un’idea diversa di bello. Invasa da un vigore dionisiaco, l’euritmia originaria si sgretola e ritorna in corazze compatte, mobili solo in virtù dei fulgori metallici delle superfici lavorate a intaglio e sbalzo; un vorticoso intrico di rilievi dalla salda consistenza disegnativa.
Lorenzo Milanoli – SUBJECTIVE MADNESS
Patrik Evereus, l’innocenza del punk come segno grafico. Naji Chalhoub, la bocca della pazzia in punta di penna. Due artisti contemporanei ispirano la collezione tra vigore espressionista e ansia di dar voce agli emarginati. Grazie alla collaborazione con artisti provenienti da centri di recupero, i capi mostrano l’esuberanza cromatica del mondo interiore e le esigenze della vita di strada, illuminando la parte più offuscata della società.
Antonio D’Addio – D’UTILE ASSENZA
L’assenza è un tema ricorrente nell’opera di Murakami e nella cultura giapponese. Assenza come abbandono, mancanza fisica, difetto. Una parata di vuoti, come una galleria di ‘mostri’ di Tod Browning, traspare nella leggera e stabile struttura di volumi, in equilibrio fra superficie levigata e improvvisi vuoti d’aria, interruzioni. La resilienza è il mediatore, strumento guida per risolvere contraddizioni e attenuare una bisbigliata sensazione di rovina.
Liangbo Ye – TRACING MOVEMENT
Variations on a Dance Theme. Come nei film di Hilary Harris, la danza studia i rapporti fra corpo e tessuto e le tracce che il corpo, muovendosi, scrive sul suolo e nell’aria. Un intreccio di linee forma una rete sottile che ricade sui tessuti, forma ricami, contrasti cromatici assorbiti dalla tela nera. In essa si rifugiano pieghe imprevedibili e si diffondono estensioni tese a formare contorni netti, come segni grafici sospesi nello spazio.
Andrea Consalvo – OUTCAST EDITION
Milano. Piazzale Cuoco. Il luogo d’eccellenza dove recuperare oggetti di seconda mano, scavando per trovare un tesoro. La sensazione euforica di mescolare colori e superfici tattili si aggancia a una ferma continuità nella scansione dei volumi e nella giustapposizione dei temi figurativi. Il segreto è la ricerca del dettaglio: gli elementi si intrecciano in una fitta affabulazione, consumando e riattualizzando gli abiti in ogni loro parte.
Nicholas Fedele – LA PASSATA DI POMODORO
Il Sud e il senso del sacro. Come in una processione ripetuta per secoli, natura e cultura si mescolano in un’unica sostanza di luce bianca e grida assordanti. I colori della tradizione, carichi di slancio simbolico, si ricompongono nel ritratto di una donna per la quale spirito e carne sono la stessa cosa. I motivi decorativi e i drappeggi di un passato eterno si plasmano per assumere nuova consistenza e diventare il linguaggio della modernità.
Rebecca Paganini – TOCOFOBIA
La tocofobia è la paura del parto. Gravidanza e nascita assumono la densità e la debolezza di un evento patologico in cui il corpo si dilata e si altera, il trauma non si supera. Il tema diventa mobile tessitura formale: le maglie si allargano, si rimettono in ordine attraverso punti di sutura, si aprono, arricciandosi e trasformandosi in bizzarrie decorative. Il risultato è il disequilibrio: sfuggente tensione fra percezione del cambiamento e gioia del disordine.
Carlo Cimmino – LILITH
La prima donna, portatrice di tempesta, da secoli perturbatrice dell’Occidente. Una femme fatale e il suo enigma, racchiuso in scenografici e imponenti volumi. Le scintillanti silhouette si compongono di superfici seriche, di raffigurazioni zoomorfe, di ricami e applicazioni in cristallo, andando a formare una morbida, sontuosa trama visiva, per celebrare la femminilità e la seduzione estetica.
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credit image by Press Office IEd – photo by Giulia Torra