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Ghost in the Shell film: trailer, trama e costumi, le foto
Dalla sua pubblicazione nel 1989, il manga originale di Masamune Shirow Ghost in the Shell ha subito conquistato un vasto numero di seguaci in tutto il mondo: Steven Spielberg, James Cameron e i fratelli Wachowski. Il suo epico franchise vanta già due film, pietre miliari del genere anime, due serie TV oltre a romanzi, e videogiochi per consolle e per cellulari. Oggi, Ghost in the Shell torna al cinema con la regia di Rupert Sanders. Scopri di più qui su Fashionblog.
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Dalla sua pubblicazione nel 1989, il manga originale di Masamune Shirow Ghost in the Shell ha subito conquistato un vasto numero di seguaci in tutto il mondo: Steven Spielberg, James Cameron e i fratelli Wachowski. Il suo epico franchise vanta già due film, pietre miliari del genere anime, due serie TV oltre a romanzi, e videogiochi per consolle e per cellulari. Oggi, Ghost in the Shell torna al cinema con la regia di Rupert Sanders.
Ghost in the Shell è il frutto di uno straordinario lavoro di immaginazione che racconta le origini del Maggiore (Scarlett Johansson), il primo essere umano ciberneticamente modificato con successo e leader della Sezione 9, l’unità di lotta anti terrorismo cibernetico. Tecnologia – uomo, nel mondo del Maggiore, il confine è labile, liquido. Il tema principale della storia infatti, è il pericolo della tecnologia, ma solleva anche questioni filosofiche interessanti legate ad un ambiente futuristico, che sono altrettanto rilevanti per il mondo contemporaneo. Esplora ciò che ci definisce come individui, la nostra storia messa a confronto con le nostre azioni. E riesce a fare tutto questo, nell’ambito di un grande film d’azione.
Un mondo futuristico che per reggersi sulle sue gambe ha bisogno di una scenografia spettacolare e “realistica” (Jan Roelfs), effetti speciali mirabolanti, e soprattutto costumi originali, ma non troppo. Kurt e Bart, la cui collaborazione creativa è nata da un incontro casuale alla University of Colorado, nel 1983, sono le menti dietro a tutto l’abbigliamento del film.
Il look, infatti, è contemporaneo e riconoscibile, diverso dall’anime originale decisamente anni ’80. Kurt e Bart, si sono ispirati allo stile futurista dei film di fantascienza degli anni Settanta. L’obiettivo è far capire il mondo del film osservando la gente, proprio come si fa nella vita reale; non tutti indossano le stesse cose. La maggior parte degli abiti maschili sono stati realizzati dalla Rembrandt, l’ultima e la più antica azienda neozelandese produttrice di abiti da uomo. Molti sono stati realizzati con materiali non tradizionali: alcuni abiti sono stati creati a partire da vecchie stoffe Obi e vecchi tessuti per kimono.
Ma l’elemento principe, forse quello più atteso dai fan, è la famosa tuta mimetica termo-ottica del Maggiore – una seconda pelle che le permette di diventare invisibile. Progettata da Kurt e Bart con i tecnici del Weta Workshop, la tuta è il risultato di mesi di ricerca e sviluppo. Infatti, nonostante i numerosi abiti per i supereroi realizzati dal WETA per altri progetti, i tecnici non avevano mai realizzato una tuta intera in silicone come questa. “Richard ci ha spiegato che per quel che ne sapeva lui niente di simile era stato mai realizzato prima, quindi si trattava di una tecnologia totalmente innovativa per un costume”, spiega Swanson. “La tuta ha funzionato molto bene, è bella a vedersi e quando Scarlett la indossa è uno schianto”.
La realizzatrice del trucco e delle acconciature Jane O’Kane e il suo team si sono occupati dell’applicazione delle miriadi di protesi utilizzate nel film. “Sotto le direttive di Rupert, abbiamo lavorato a stretto contatto con il Weta Workshop, che ha progettato e realizzato tutte le protesi”, spiega. “Non c’è quasi nessun personaggio in questo mondo del futuro che non abbia una qualche forma di protesi. Pertanto abbiamo truccato centinaia di comparse oltre ai personaggi principali. Per le scene nelle strade di Hong Kong, ogni giorno avevamo un gruppo di 120 persone che necessitavano di modifiche sostanziali ai capelli e al volto. E’ stato un lavoro colossale”.
Insomma, Rupert Sanders ha riportato in vita il mondo del Maggiore, una realtà complessa, che ha molto in comune con la nostra. Un mondo da esplorare, e da cui non vorrete più uscire.
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