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Split: trama e costumi del film di M Night Shyamalan, le foto
Sceneggiatore, regista ed anche produttore, M. Night Shyamalan non si fa mancare nulla, e torna nelle sale italiane il 26 gennaio, con il suo nuovo film, Split con protagonista James McAvoy. Leggi lo speciale costumi di scena su Fashionblog.
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Sceneggiatore, regista ed anche produttore, M. Night Shyamalan non si fa mancare nulla, e torna nelle sale italiane il 26 gennaio, con il suo nuovo film, Split. Dopo il successo dello scorso anno con l’horror “di famiglia” The Visit, che ha riportato il regista alla ribalta grazie ad una storia spaventosa ma al tempo stesso leggera ed ironica, Shyamalan fa nuovamente squadra con il produttore Jason Blum, per un thrillr psicologico che ci riporta indietro ai grandi successi di Il Sesto Senso e Unbreakable – Il Predestinato.
Protagonista, questa volta è James McAvoy nei panni di non uno, ma ben 9 personaggi, Kevin infatti, soffre di DDI, il Disturbo Dissociativo dell’Identità. Ognuna ha una propria particolare fisicità, alcuni sono uomini, altre donne, ci sono anche personalità di bambini, ma c’è solo una persona a conoscenza di tutto ciò, la psichiatra di fiducia di Kevin, la dottoressa Fletcher (Betty Buckley). Ciò che può fare Kevin è già straordinario, ma non tutto è venuto alla luce, rimane ancora un’entità nascosta, in attesa di materializzarsi e dominare tutte le altre.
Quando in una cacofonia organizzata di personalità, tre prendono il sopravvento sulle altre, Kevin è costretto a rapire tre ragazze adolescenti. Tra loro c’è anche Casey (Anya Taylor-Joy), una giovane molto attenta ed ostinata, con una storia oscura da raccontare. È l’inizio del caos di una guerra di sopravvivenza che vede protagonisti Kevin, nella sua mente, e le ragazze, troppo giovani e privilegiate per poter accettare l’idea di morire.
Con un budget di produzione modesto e un cast composto da cinque persone, Shyamalan è stato assolutamente scrupoloso nella sua selezione degli artisti. E lo stesso vale per i collaboratori, anche perché il mondo di Split è audace e complesso. La scenografa Mara LePere-Schloop ha lavorato al fianco di Shyamalan per portare in vita la cruda realtà di Kevin e i molti strati della storia, di cui il pubblico viene man mano a conoscenza, grazie ad un uso sapiente di sfumature e sottigliezze. Ogni personalità ha un colore, così come un guardaroba specifico.
Fondamentale, dunque, anche il lavoro del costumista Paco Delgado, che ha mantenuto una tavolozza colori minimale. “Esteticamente, l’idea era di produrre un’immagine di desolazione”, dice. Per vestire Casey, Delgado ha optato per un abbigliamento a strati e di taglie larghe per nascondere il suo corpo, è una persona traumatizzata che ha subito degli abusi, non segue la moda né si confronta con le altre ragazze. La dottoressa Fletcher, invece, si riconosce per le tonalità di beige, grigi e blu. “Ho voluto che il suo guardaroba contenesse abiti eleganti, costosi, senza però essere appariscente, dato che è una professoressa”.
Le varie personalità di Kevin, sono state il compito più complesso, e per definirle, Delgado ha utilizzato diversi colori. Dennis è la personalità più forte, quasi un soldato, o un poliziotto, una qualità che si rispecchia nel grigio scuro. Barry, invece, più fantasioso, indossa colori tenui e tessuti semplici, compresa la lana. Per il giovane Hedwig, Delgado ha tratto ispirazione dai ragazzi delle scuole nei pressi di Philadelphia. “Lo abbiamo vestito con una tuta, come tanti ragazzini della sua età, e abbiamo aggiunto un po’ più di colore”.
La più difficile di tutte, però, è stata Patricia. A lungo si è dibattuto sul fatto che James dovesse indossare o meno una parrucca. Alla fine, si è deciso che Patricia doveva assomigliare ad un uomo che indossa abiti femminili. Il fatto che Delgado avesse da poco finito di lavorare a The Danish Girl, dove aveva dovuto vestire Eddie Redmayne da donna, è stato sicuramente d’aiuto. C’è un elemento, però, che è rimasto coerente per ogni personalità, il taglio di capelli minimalista di McAvoy. “Non volevo utilizzare parrucche o particolari acconciature”, dice Shyamalan. “La sua testa rasata è come una lavagna vuota in cui solo le espressioni dell’attore portano lo spettatore da un personaggio all’altro”.
A proposito del complesso lavoro dietro il guardaroba di James McAvoy, Shyamalan ha aggiunto: “È stata decisamente una sfida, non volevamo che sembrasse una caricatura. E c’era un ulteriore problema, James era diventato muscoloso per girare il film. Fargli vestire in panni di un bambino come Hedwig, era potenzialmente disastroso, sarebbe potuto sembrare uno Skinhead. Lo stesso valeva per Patricia. La soluzione è stata far provare tonnellate di outfit a James, cambiando i particolari, come aggiungere o togliere una sciarpa, fino a raggiungere la ricetta perfetta”.
“Inoltre, mentre lavoravo alla produzione stavo leggendo la biografia di Alexander McQueen, e la personalità di Barry, uno stilista, ne ha ripreso molti aspetti. Tanto che alcune battute che Barry fa per definire ciò che pensa della moda, in realtà, sono cose che ha detto, o argomenti a cui era interessato, lo stesso McQueen. L’idea che una delle personalità fosse interessata alla moda, ci ha dato un po’ di respiro e di libertà, rispetto ad una palette altrimenti ristretta.”
Una storia complessa, oscura, che mostra tutte le sfumature dell’animo umano ma anche la forza intrinseca che scaturisce dalle persone che hanno sofferto. Una narrazione poetica, con un cast eccezionale, tra veterani e nuove reclute, e un M. Night Shyamalan mai stato così in forma.