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Moda etica, parla Stella McCartney: “Siamo l’azienda più ecosostenibile”
La designer inglese anticipa a Business Of Fashion il suo modo di intendere l’ecofashion, con una raccomandazione speciale: mai lasciarsi intimidire dagli haters.
Il tema della moda etica ed ecologica è uno dei più sentiti degli ultimi anni nel campo del fashion: lo sviluppo di nuove tecnologie ha favorito la scoperta e l’utilizzo di materiali innovativi a basso impatto ambientale, che hanno portato una vera e propria rivoluzione nel campo dei tessuti naturali in grado di rispondere alle esigenze di una moda sempre più ecologica (come Orange Fiber, derivata dalle arance). Altri brand celebri di moda low cost, come Zara e Bershka del gruppo Inditex, hanno invece imboccato la strada dell’eco-fashion scegliendo di rinunciare ad alcuni tessuti, come la lana d’angora, per un minore impatto ambientale.
Tra gli stilisti da sempre maggiormente schierati a favore della moda ecosostenibile e sempre più green c’è indubbiamente Stella McCartney, la designer inglese convinta ambientalista e vegana da sempre: intervistata per la cover del magazine di Business Of Fashion dal direttore Imran Amed, la stilista ha scherzato sulla fama green della sua azienda e sul duro lavoro che l’impiego di materiali non convenzionali nel mondo della moda ha imposto ai suoi collaboratori.
Siamo, di sicuro, l’azienda più etica e adorabile dell’industria della moda. Ma a questo punto devo proprio chiedere scusa ai miei stilisti e al team creativo per tutte le limitazioni che ciò comporta.
Una scelta tanto forte ha decisamente squassato i canoni dell’industria della moda, all’epoca del debutto di Stella McCartney nel fashion system, e che tuttora continua a destare scalpore. La finta pelle della stilisa inglese è frutto di un lavoro di ricerca durato anni:
Naturalmente la pelle è un grandissimo materiale. Si indossa bene, si muove, la puoi lavare, è reale. Una delle cose più difficili è disegnare qualcosa di desiderabile e poi prendere quel design e renderlo qualcosa di non convenzionale. Facciamo ricerca sui nostri materiali, li sviluppiamo… non usiamo il PVC.
Scelte etiche, quelle di Stella McCartney, dettate da profonde credenze personali derivate dalla famiglia, che le hanno attirato numerosi detrattori sin dagli inizi. Ma la stilista non si è mai lasciata travolgere:
Sono cresciuta con genitori che erano controllati. Poteva essere il controllo dei media, o anche quello delle persone, e questo mi è stato chiaro sin dal primo giorno. Quindi per me il pensiero è stato “qual è il peggio che possa capitarmi?” Le persone possono avere un’opinione non positiva di te. Beh, posso sopportarlo.
La scelta di mettere Stella McCartney in copertina è stata giustificata da Imran Amed con un commento editoriale rilasciato a The Cut, che rimarca un certo tipo di ambientalismo ormai necessario di fronte all’inquinamento:
L’industria della moda è la seconda più inquinante del mondo dopo il petrolio. Il team di BOF pensava di cercare i pionieri che avessero sviluppato modelli in grado di essere un’alternativa a questo, quindi Stella McCartney è stata la prima persona che ci è venuta in mente. È un modello da seguire, ha un’esperienza concreta nel pensare a come il fashion business possa essere più sostenibile e c’è davvero molto da imparare da lei.
Alla faccia degli haters, Stella.
Via | Business Of Fashion, New York Magazine