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Moda etica, niente più lana d’angora da Zara & co.
Il gruppo spagnolo Inditex ha annunciato che rinuncerà alla lana prodotta dai conigli d’angora per le prossime collezioni. La soddisfazione della PETA.
I discorsi sulla moda etica sono sempre forieri di dibattiti e polemiche, tra l’uso purtroppo ancora in vigore di sostanze tossiche e maltrattamenti sugli animali per ottenere piume o lane pregiate.
La questione dei piumini Moncler sollevata da Report è stata solo l’esempio più eclatante delle pratiche cui sono spesso sottoposti gli animali per ricavare alcuni tipi di tessuto; molti brand, tra cui Stella McCartney, preferiscono rinunciare a materie prime di origine animale ed essere il più rispettosi possibile.
Una delle campagne più potenti degli ultimi anni è stata la Fur-Free della LAV, che ha visto coinvolti parecchi marchi di moda nell’eliminazione delle pellicce o dei dettagli furry dai propri capi.
Gli ultimi brand che hanno appena annunciato di voler rinunciare alla lana d’angora, ottenuta tramite plucking dai conigli d’angora (un procedimento molto doloroso che strappa il pelo ai piccoli roditori), sono quelli del gruppo spagnolo Inditex, che controlla Zara, Bershka, Oysho, Pull&Bear e Massimo Dutti, vale a dire tra i maggiori esponenti della moda low cost.
La decisione è stata annunciata dal responsabile per la comunicazione di Inditex, Raul Estradera, dopo alcuni avvertimenti arrivati dalla PETA (People for the Ethical Treatment of Animals) su irregolarità negli allevamenti dei conigli d’angora in Cina che forniscono circa il 90% della produzione di lana d’angora mondiale e hanno tra i clienti proprio i brand del gruppo spagnolo:
Peta ci ha avvertiti degli abusi che avevano scoperto in alcune fabbriche di conigli di angora in Cina, così che per precauzione abbiamo deciso di bloccare nuove richieste e ispezionato le condizioni dei nostri fornitori. Non abbiamo trovato nulla di irregolare, ma per precauzione abbiamo deciso di rinunciare alla lana d’angora.
Una scelta che ha fatto altri proseliti anche tra i marchi più luxury come Calvin Klein, French Connection e Tommy Hilfiger, che hanno deciso di rinunciare anch’essi a inserire nei propri tessuti la lana d’angora proveniente dagli allevamenti sospetti.
La moda etica e sostenibile ottiene sempre più consensi ed è ricca di iniziative innovative: una tendenza preziosa che andrebbe maggiormente promossa.
Via | Stile