Fashion news
Benetton, raccolta fondi per Rana Plaza: il brand “dona” 1,1 milioni di dollari
Benetton ha deciso di risarcire le famiglie delle vittime del crollo della fabbrica di Dacca: ecco tutti i dettagli.
21 aprile 2015
Il gruppo Benetton, come sottolineato un paio di mesi fa, ha aderito alla raccolta fondi per le famiglie delle vittime e per i feriti del crollo di una fabbrica a Dacca: l’azienda di moda italiana ha aderito al progetto di solidarietà, donando 1,1 milioni di dollari al Rana Plaza Donors Trust Fund. L’importo è più del doppio rispetto alla cifra che era stata consigliata al brand in una valutazione indipendente.
Marco Airoldi, amministratore delegato di Benetton Group, in un’intervista a WWD ha detto:
Abbiamo deciso di andare oltre, per dimostrare molto chiaramente quanto profondamente ci sta a cuore. Mentre non vi è alcun reale risarcimento per la tragica perdita di vite umane, ci auguriamo che questo meccanismo chiaro ed efficace per il calcolo dell’indennizzo venga utilizzato più ampiamente. Per questo motivo, abbiamo deciso di dare a disposizione il rapporto PwC alle parti interessate.
La decisione, resa pubblica una settimana prima del secondo anniversario di questa immensa tragedia, che ha provocato la morte di 1.134 persone che lavoravano per una ditta che produceva capi di abbigliamento per aziende occidentali, non ha però convinto tutti. Facendo i calcoli, infatti, si tratta di un indennizo di 970 dollari per ogni persona morta due anni fa nell’anno della tragedia. Una cifra irrisoria, come sottolineato dal Fatto Quotidiano, per un’azienda che nel 2013, anno della tragedia, ha ottenuto un utile di esercizio pari a 121 milioni di euro.
C’è chi critica questo indennizzo, sottolineando come sia insufficiente e contestando il metodo di calcolo per l’indennizzo stesso. Se la Worldwide Responsible Accredited Production, una delle ong che opera nella social responsibility della catena di fornitura globale, aveva approvato il risarcimento di 550mila dollari raddoppiato oggi dal brand, altre associazioni lo ritengono troppo basso: la campagna Abiti puliti chiede all’azienda un contributo di 5 milioni di dollari, come sottolineato dalla portavoce Deborah Lucchetti.
Benetton ha di nuovo sprecato tempo e denaro in un processo atto a cercare di legittimare il loro insufficiente versamento. È molto preoccupante che abbia affidato la sua valutazione ad una società che non ha precedenti in materia di diritti umani (Pwc, ndr). È davvero allarmante e significativo che la valutazione della Pwc sia stata approvata solo da una delle meno affidabili società di revisione in un settore che fa acqua da tutte le parti.
Via | Vogue e Il Fatto Quotidiano
(p.c.)
Benetton, raccolta fondi per Rana Plaza. Ma la fabbrica di Albona chiude
22 febbraio 2015
Benetton ha deciso di chiudere la sua fabbrica ad Albona, trasferendo la produzione in Serbia. Ed è sempre notizia di questi giorni di una raccolta fondi per i famigliari delle vittime della fabbrica crollata a Dacca.
Il gruppo Benetton ha deciso di partecipare ad una raccolta fondi destinata ai famigliari delle vittime del crollo della fabbrica di vestiti di Rana Plaza, a Dhaka, in Bangladesh, che costò la vita a 1138 persone, mentre più di duemila rimasero ferite. Il crollo, avvenuto il 24 aprile 2013, si verificò proprio mentre all’interno si trovavano moltissimi lavoratori impiegati nelle cinque fabbriche tessili ospitate nella struttura.
Le cinque fabbriche tessili presenti nell’edificio lavoravano in subappalto, oltre che per Benetton, anche per altri 28 famose aziende di moda occidentali, tra le quali Mango, El Corte Ingles, Primark. L’annuncio è arrivato dalla stessa azienda che ha comunicato ad Avaaz, che aveva avviato una raccolta di firme per sollecitare l’azienda italiana a partecipare al risarcimento delle famiglie, di aver aderito alla raccolta fondi.
Benetton pare fosse l’unico marchio a non aver aderito al risarcimento: Dalia Hashvad, direttrice della campagna di Avaaz, sottolinea l’importanza di questa decisione.
Oggi Benetton ha mostrato il suo vero volto. Ha ascoltato un milione di voci da tutto il mondo e si è impegnata a sostenere il fondo di risarcimento per i sopravvissuti e le vittime del più letale disastro avvenuto in una fabbrica di indumenti. Siamo fiduciosi che Benetton darà un contributo significativo alle famiglie dei lavoratori del Rana Plaza, che non saranno lasciati a bocca asciutta e che il fondo delle Nazioni Unite avrà successo.
Dal canto suo la Benetton ha fatto sapere che
una parte terza, indipendente e riconosciuta a livello internazionale, è impegnata a definire i principi della nostra parte, giusta ed equa, di risarcimento al Fondo fiduciario Rana Plaza. L’importo di questo contributo aggiuntivo sarà reso noto non appena la parte terza comunicherà le proprie conclusioni nelle prossime settimane, o comunque non più tardi del 24 aprile.
Inoltre, è sempre notizia di questi giorni la decisione dell’azienda Benetton di chiudere la fabbrica di Albona, chiusura che avverrà al più tardi il 31 luglio 2015. La notizia è stata data da Marina Cvitic del Sindacato dell’Istria e del Quarnero, dopo aver partecipato ad una riunione convocata dalla Benetton, che ha preso questa scelta in seguito al calo delle vendite della moda del brand trevigiano. 159 dipendenti potrebbero trovare una nuova occupazione nel reparto del gruppo a Osijek in Slavonia, dove già sono impiegati 280 dipendenti.
Via | Vita
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