Fashion news
Gucci contro Guess, la maison di Kering perde la causa: tutte le tappe
La lunga contesa del logo con la G tra il marchio di moda italiano Gucci e il marchio di moda statunitense Guess si chiude con la decisione dei giudici parigini, non accogliendo le richieste del brand fiorentino.
Gucci contro Guess, ultimo atto, anche se non quello definitivo. La battaglia legale tra il marchio di moda italiano e il marchio di moda statunitense continua a suon di sentenze. I giudici del Tribunale di Parigi, infatti, non hanno accolto le richieste di Gucci, sottolineando che non ci sono ne la contraffazione di marchi ne la concorrenza sleale ne il parassitismo, come spiegato in un comunicato della società statunitense.
I giudici parigini hanno dunque rigettato la richiesta di danni per 55 milioni di euro che Gucci aveva inoltrato nei confronti di Guess: e il brand italiano dovrà anche pagare le sese giudiziarie. I giudici hanno anche dichiarato la parziale
decadenza di tre marchi di Gucci, internazionali e comunitari, il che significa che Gucci non può più rivendicare l’uso esclusivo di tali marchi per determinati prodotti.
Questo secondo Guess, mentre secondo Gucci:
Si tratta di tre registrazioni oggetto di nullità parziale riguardo a soli due nostri marchi figurativi. Tale decisione è appellabile e non è immediatamente esecutiva, quindi non ha alcun effetto.
Ma da dove nasce questa battaglia legale? Tutto ha inizio sei anni fa, quando Gucci si era rivolta ad un tribunale per chiedere che Guess non utilizzasse più nelle proprie collezioni loghi che potevano richiamare alla mente il logo storico della maison fiorentina. L’uso della doppia G da parte di entrambi i marchi potrebbe trarre in inganno, in effetti.
Il 21 maggio del 2012 i giudici americani avevano dato ragione a Gucci, riconoscendo un danno per 4,66 milioni di dollari:
Il Tribunale di New York ha riconosciuto che la scritta in corsivo di Guess e Gucci non sono l’una l’imitazione dell’altra e questo a Guess andava benissimo, per questo non ha impugnato la sentenza americana.
I problemi per Gucci sono arrivati quando il processo è approdato al Tribunale di Milano, dove il 10 gennaio 2013 i giudici hanno dato ragione a Guess, ragione che poi è stata ridimensionata in occasione della sentenza di appello che è stata emanata il 15 settembre 2014 dopo il ricorso da parte di Gucci.
Dopo il procedimento negli States e quello in Italia, c’è stato anche quello asiatico: i giudici cinesi hanno prima dato ragione a Gucci, prima che Guess si appellasse. E oggi la questione è approdata anche a Parigi, dove Gucci ha dovuto incassare un’altra sconfitta.
Ma ovviamente la battaglia legale non finisce qui, perché i legali di Gucci stanno già preparando il ricorso in appello, che dovrà essere depositato entro il 30 marzo. Una vicenda giudiziaria che ricorda molto da vicino la storia infinita della suola rossa di Louboutin e YSL!
Via | Corriere
Foto | da Pinterest di unreal campaign
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