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Prada difende Moncler sui piumini d’oca: “Non possiamo controllare tutto”
Patrizio Bertelli si è espresso a favore di Moncler, colpito dall’inchiesta di Report: la riduzione dei costi di produzione giustifica la delocalizzazione.
Il mondo del lusso in difesa di Moncler. Dopo il commento, poco felice, di Stefano Gabbana, anche Patrizio Bertelli, Ceo di Prada nonché marito di Miuccia, si è rivolto a Milena Gabanelli, con parole decisamente poco lusinghiere. L’occasione è stata una domanda a margine di un convegno del Milano Fashion Global Summit, oggi in corso all’auditorium Testori a Palazzo Lombardia.
Bertelli sostiene che il tema dei maltrattamenti causati alle oche per imbottire i piumini sia frutto di una cultura sorpassata, “per questo la Gabanelli è stata stupida“. Ha inoltre aggiunto:
“In questo modo non capisco la distinzione tra una gallina e una balena. Naturale che in un mondo globalizzato un’impresa cerchi risorse produttive con costi più contenuti, per esempio in Ucraina o in Slovenia, e non si può impedirlo in un mercato liberale. Questo non vuol dire che noi dobbiamo fare i carabinieri sui produttori ai quali ci affidiamo. Lo stesso discorso vale per Prato, dove il popolo orientale ha trovato un’opportunità economica e l’ha sfruttata”.
Insomma, pur di guadagnare tutto è giustificato, sfruttare le persone per ridurre i costi e trattare male gli animali, e soprattutto le aziende produttrici non sono responsabili delle persone che operano per loro. Ci spiace dover leggere così le parole di Bertelli, ma sembra non esserci altra possibile interpretazione.
Via | Agi