Moda Donna
La sensualità sfacciata di Balmain domina la Settimana della Moda di Parigi
Olivier Rousteing spinge il pedale sull’ispirazione anni Ottanta con un tocco marcato di bondage, per esaltare una donna sexy e fiera di esserlo.
Tralasciando il solito discorso sui colori della primavera estate 2015, visto che ormai è partita persa e a dominare sono innanzitutto il bianco e il nero in associazione a pochi flash luminosi di tinte sature e pastello, quello che ha stupito della passerella di Balmain nel terzo giorno di sfilate di Parigi è stata indubbiamente la sfacciataggine. Non una roba da bambinetti che rispondono a tono alla marachella subita, ma quella sfacciataggine da donna sicura di sé e dei propri mezzi che sceglie volutamente un abito sensuale per sottolineare le forme del corpo.
L’intera collezione primavera estate 2015 di Balmain si basa su questo vezzo concreto: l’ispirazione, come ha rivelato il direttore creativo Olivier Rousteing nel backstage della sfilata, viene da Rihanna all’after party della sfilata della scorsa stagione, tra trasparenze e foto su Instagram che mostrano una sensualità decisa e glamour, senza mezzi termini.
E nella sfilata in effetti questa potente esposizione del corpo si è vista, anche se debitamente velata da pannelli sheer, intrecci che guardano direttamente ai quadri di Piet Mondrian per i quadrati di colore e richiamano il bondage con le bande nere luccicanti. D’altronde nello show era palese la volontà di spingere oltre i limiti del sesso, come ha svelato Olivier Rousteing, e questo faro ha illuminato la passerella di Parigi di Balmain anche con eccessi di tessuti persino troppo rigidi per sottolineare la femminilità delle forme.
Balmain a Parigi, la sfilata della collezione primavera estate 2015
Ci piace
L’uso dei colori primari nell’infinito nero della collezione è un flash elegante e molto sexy, sia singolarmente, sia abbinato in righe multicolore. Splendidi alcuni tessuti come la mussola plissettata, che dona eleganza e levità ai toni scuri, sottolineando la femminilità. Molto belli anche i completi pantalone (strepitoso quello bianco) e gli abiti corti segnati in vita dalle cinture con chiusure di metallo.
Non ci piace
Le scarpe della collezione sarebbero in grado di smontare qualunque look: esteticamente brutte e non c’entrano nulla con la collezione. Pensavamo fosse finita l’era dello sheer panel e Olivier Rousteing lo riporta in auge, a che pro però? Alcuni pezzi sono decisamente importabili anche dalla musa della collezione, quella Rihanna evocata dal direttore creativo: l’eccesso di ammiccamento sessuale stanca e produce l’effetto contrario.