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Nicholas K alla Milano Moda Donna con la collezione primavera estate 2015 ispirata a Isabelle Eberhardt
Dopo New York è il turno di Milano per la collezione primavera-estate 2015 dei fratelli Nicholas e Christopher Kunz, proprietari del marchio Nicholas K
Esordio dei fratelli Nicholas e Christopher Kunz, proprietari del marchio Nicholas K sulle passerelle della Milano Moda Donna. La loro collezione primavera-estate 2015, dopo New York, ha sfilato anche nel capoluogo meneghino, raccogliendo consensi da parte della critica modaiola.
Il defilé aveva un filo conduttore molto chiaro, basato sulla vita e sulle avventure dell’esploratrice svizzera Isabelle Eberhardt. La linea è improntata su uno stile del XIX secolo riveduto e corretto, dalle forme morbide, svolazzanti, dai tessuti freschi e dal vistoso mood maschile.
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Il che non è un caso, visto che la Eberhardt si recò in Nord Africa da giovanissima vestendo i panni di un uomo, garanzia di libertà di azione e di trattamento dignitoso (inutile dire che i tempi ancora non erano maturi per parlare di parità di genere). Ad ingentilire questo look da esploratore sub sahariano ci pensano l’uso importante dei monili, i tagli talvolta gentili sul decollete e l’uso della seta lavata a sabbia per alcuni modelli.
Ci piace
L’alternanza fra cotone trasparente, seta e tessuti drappeggiati che evidenziano il contrasto con le linee talvolta austere dei capi. La collezione funziona, non permette divagazioni ed è completa. L’accessorio più furbo? Le cinture in stile cartucciera con tasche, un particolare originale e perfettamente complementare al mood della sfilata.
Non ci piace
I monili in crine di cavallo e macramè di pelle. Siamo d’accordo sul fatto che i tessuti tecnici avrebbero smorzato la favola del 1800, ma l’uso del nylon al posto del pelo di animale in questo caso ci avrebbe fatto tutti più felici.
Il dietro le quinte della sfilata e del party con gli stilisti
Non solo sfilata nella serata di chiusura del primo giorno di Fashion Week, ma anche un party post runway per conoscere più da vicino i gemelli Nicholas e Christopher Kunz (nella foto sotto). E Fashionblog era lì per prendere appunti e riportare un racconto fedele ai suoi lettori.
Innanzi tutto vale la pena dire che il marchio statunitense Nicholas K ha avuto la possibilità di sfilare sulle passerelle milanesi in quanto vincitore di un contest indetto da DHL Exported, dedicato ai giovani designer affermati localmente.
Il concorso ha coinvolto la Camera Nazionale della Moda Italiana, il British Fashion Council e il Japan Fashion Week Organization, chiamati a scegliere 4 progetti vincenti (fra 150 pervenuti) insieme a una giuria internazionale. Quest’ultima in Italia rappresentata da Jane Reeve – CEO di Camera Nazionale della Moda Italiana, Carla Sozzani – Fondatrice di 10 Corso Como, Simone Marchetti – Vice Direttore di D.Repubblica.it, MauroZardi – Project Manager del settore Fashion di DHL Express e Jarred Clark – Vice Presidente e Global Creative Director di IMG Fashion.
La sfilata è stata un richiamo per molte personalità del fashion world e della mondanità meneghina, pronte a presenziare ad un evento davvero da segnare in agenda. In front row l’immancabile Enzo Miccio, sempre distinto ed elegantissimo e i fantastici coniugi Antonio e Roberta Murr, gentilissimi e disponibilissimi alle richieste di scatto dei fotografi (lo ammettiamo, anche le nostre!).
Della sfilata nello specifico abbiamo scritto già tutto sopra, ma quello che esula dalla mera descrizione dei capi è la sensazione suscitata dal defilé. I gemelli Kunz, complice certamente la bellezza delle sale di Palazzo Clerici, hanno messo in scena un racconto ricco di emozione e colore più che una semplice passerella (non ce ne vorranno se diciamo che la stessa collezione non aveva la medesima resa emotiva a New York).
La donna Nicholas K, che ha rubato la grinta e lo stile all’esploratrice Isabelle Eberhardt, aveva anche la leggerezza e la dolcezza della Nausicaa di Miyazaki. Un po’ onirica, talvolta eterea e sempre pronta non solo ad esplorare ma anche a spiccare il volo su strani aggeggi alati nella valle del vento.
Nota positiva anche il party post sfilata, che ha visto gli stilisti aggirarsi con aria serena e rilassata fra tavolini e ospiti, desiderosi di allacciare discorso e probabilmente di avere qualche feedback sulla collezione. A completare il tutto il buon cibo, con un menù creato ad arte dallo chef Davide Oldani, altro gran designer non di haute couture bensì stavolta di piatti da gourmet.
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