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Milano Moda Donna primavera estate 2015: il meglio e il peggio del primo giorno
Ecco il Meglio & il Peggio del primo giorno di sfilate primavera estate 2015 alla Milano Fashion Week
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Il Milano Moda Donna ha aperto i battenti e gli stilisti del primo giorno di sfilate hanno presentato le collezioni primavera estate 2015, vediamo insieme il meglio e il peggio che è sceso in passerella, prendendo tutto chiaramente con la dovuta ironia perché molto di quello che è presente durante la sfilata poi non viene commercializzato.
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Ci piace
Ma quali sono state le cose più belle e interessanti del primo giorno? Alberta Ferretti ha presentato una donna eterea e romantica nella sua collezione incentrata su chiffon e trasparenze, una palette molto precisa che rispecchia il suo stile e permette alle donne di recuperare eleganza, femminilità e stile. Mi sono piaciuti molto anche gli abiti a portafoglio di Gucci impreziositi da stampe multicolor e vivaci ma molto sobri e alla portata di tutti, non sono abiti destinati solo ai red carpet.
Interessanti e scenografiche le linee e le silhouette di Angelos Bratis, il designer greco pupilla di Re Giorgio ha debuttato alla Milano Fashion Week e ha fatto una splendida figura proponendo abiti eleganti, minimal ma di carattere. La collezione I’m Isola Marras nel complesso mi è piaciuta, soprattutto le mise con le stampe a fiori ed il particolare il costume da bagno bianco.
Non ci piace
Adesso passiamo al peggio quindi… affilate i coltelli! Frida Giannini ha avuto l’idea poco felice di portare in passerella la pelliccia, a parte il fatto che la moda si deve staccare dall’equazione pelliccia/lusso/bellezza, ma poi in una collezione estiva che ci stanno a fare le code di volpe? Non mi è piaciuto per niente neanche il tailleur interamente fatto in pelle di pitone, pesante e troppo esagerato, lo vedrei giusto addosso a Kim Kardashian che sposa questo stile kitch.
Antonio Marras nella sfilata I’m Isola Marras porta in passerella una stampa con maxi righe bianche e nere che non può che farci pensare alle divise dei carcerati, magari pensava di rivolgersi alla Banda Bassotti! Anche Andrea Incontri mi lascia un po’ perplessa con il suo abito che sembra un accappatoio, anche se gli accessori sono talmente peggio da farlo quasi passare inosservato.
Da dimenticare le mise con le “ali” sui fianchi di Byblos, le stampe da nonnina fashion di Chicca Lualdi e le collane serpente di Angelos Bratis, i gilet lunghi fino ai piedi e il denim coperto di tulle di Alberta Ferretti.
Voi che ne pensate?