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La donna bohèmienne di Alberta Ferretti per la primavera estate 2015 al Milano Moda Donna
Alberta Ferretti presenta a Milano Moda Donna una collezione primavera estate bellissima, ma con qualche difetto.
Alberta Ferretti presenta la sua collezione primavera estate 2015 sulle passerelle del Milano Moda Donna, una sfilata eterea e sognante in cui pizzi, chiffon e merletti si alternano a fiori e colori pastello. La nuova collezione Alberta Ferretti è delicata, femminile e molto romantica, c’è sicuramente un’impronta bohèmienne e molto chic, a tratti si respira un gusto provenzale, in altri momenti sembra di essere tra i figli dei fiori.
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La Milano fashion Week è entrata subito nel vivo e l’appuntamento con Alberta Ferretti è sicuramente uno dei più attesi, la signora della moda italiana non delude le aspettative e ci consegna una collezione fresca e solare, i fiori e le stampe sono declinate in modo originale e ragionato, una collezione easy ma in cui nulla è lasciato al caso.
Alberta Ferretti si allinea alle tendenze viste a New York e Londra e porta in passerella un tripudio di fiori e di pizzi con ricami floreali, opta per delle nuance più tenui e pacate e si concentra solo su pochi colori. La collezione primavera estate 2015 è quasi una dichiarazione d’amore per la natura ma in pieno stile Ferretti, la sfilata si apre con un abito lungo in chiffon in un bel color cipria e si prosegue con pizzi, merletti e trasparenze delicate, molto bello lo chiffon ripiegato e usato come fili per creare un tessuto a rete, ma anche il pizzo con trame a fiori è molto suggestivo. Si procede con applicazioni floreali colorate dalle nuance pastello, più o meno elaborate che vanno ad impreziosire abiti lunghi e corti, tubini, top e gonne.
Ci piace
Molto bella la prima parte della sfilata con pizzi, fiori e chiffon dai toni pastello, carini anche i sandali alla schiava decorati con le frange e con i laccetti che si intrecciano lungo tutta la gamba e arrivano al ginocchio. Belli gli abiti con i tessuti in stile vetrata Liberty e quelli in chiffon color lavanda e carta da zucchero. Originali e audaci le mise in bianco ghiaccio uscite per il gran finale, che sfidano il confronto con gli abiti da sposa.
Non ci piace
Non mi sono piaciuti molto i capi in denim coperti dal tulle che trovo poco pratici e un po’ forzati, da dimenticare i gilet in camoscio lunghi fino ai piedi che ingombrano e basta, possono andar bene in passerella ma nella vita reale sono assolutamente improponibili. In generale l’ultima parte della sfilata incentrata sui capi in camoscio non mi ha entusiasmata.
Alberta Ferretti a Milano Moda Donna, il racconto della sfilata
a cura di Arianna Galati
Alberta Ferretti, il racconto della sfilata
Da Alberta Ferretti c’è l’ingorgo delle grandi occasioni e comincia già in strada, tra lucidissime auto nere di grossa cilindrata e ospiti più o meno vip impegnati a dribblare l’abbondanza di fotografi che affolla via Melegari. Arrivano Nina Garcia, Anna Dello Russo, Eleonora Carisi e anche giornaliste di Vogue Russia con tanto di badge identificativo. Non mancano vari personaggi: avvistato (ma niente foto) anche Ildo Damiano, mentore di Project Runway Italia.
Con abbondante ritardo, circa 30 minuti sull’orario prestabilito delle 17 (ma impareranno mai a rispettare un minimo i tempi?), il grande salone viene riempito di persone e comincia il racconto di Alberta Ferretti. Credetemi quando vi dico che parlo in buona fede e concordo con quanto espresso da Serena poco più sopra: la collezione primavera estate 2015 di Alberta Ferretti riesce a metà, mentre per l’altra fa piangere il cuore di delusione diffusa. Se la bellezza dei colori come il lavanda e il verde chiarissimo e le meravigliose stampe caleidoscopiche su linee fluide e perfette sembravano suggerire la classica eleganza e cifra stilistica della nostra amatissima Alberta, nel momento del passaggio al vecchio West di nappa scamosciata e pizzi bianchi qualcosa deve essere andato perduto.
Una promozione a metà per Alberta Ferretti, accolta comunque da un lungo applauso prima che le persone iniziassero a scemare sfarfallando fuori da Via Melegari, per intasare nuovamente le piccole strade tra slalom di macchinoni e tacchi incerti.