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Moda ecologica: i tessuti riciclati e le scelte ecosostenibili dei grandi marchi
Le fibre e i materiali riciclati sono importanti per salvaguardare l’ambiente nell’era della fast fashion e dei tessuti sintetici, ecco le ultime novità in merito e l’impegno green dei colossi della moda.
Ci siamo già occupati della moda ecologica, definendo quali fossero i criteri di sostenibilità e quindi a cosa porre attenzione nel tentativo di essere dei consumatori informati e consapevoli. Uno degli aspetti che avevamo citato è proprio quello dei materiali, intesi come materiali già “vissuti”, a cui dare nuova vita.
E’ questo il caso di marchi come Freitag, che per confezionare le proprie borse, usa i teloni che un tempo costituivano parte delle strutture dei grandi tir e camion; o di DKNY che ad una recente sfilata ha proposto una borsa decorata con pezzi di lattine. Questo metodo di riciclo nella moda è certamente creativo e suggestivo, ma molto naif: un abito ornato con i tappi di bottiglia non sarà mai la prima scelta di chi ama l’abbigliamento chic e di classe.
Ecco che quindi l’unica alternativa che la moda ecologica potrà intraprendere nel prossimo futuro è proprio quella di trasformare i materiali riciclati in fibre da usare per produrre nuovi filati e tessuti, ovviamente con l’aiuto prezioso della tecnologia.
In questo frangente quindi, sono le nuove tecnologie a fare la differenza: esse sono determinanti per ideare fibre e processi produttivi. Serve quindi investire tempo e denaro nella ricerca sperimentale.
Gli sforzi creativi e sperimentali – reali e non – fatti da aziende del fashion più o meno conosciute sono stati molteplici, complice la sempre maggiore sensibilità dei consumatori verso il tema della sostenibilità. Ed è così che molte aziende hanno avuto idee interessanti e hanno sviluppato materiali ecologici innovativi, prodotti con processi produttivi altrettanto green.
Econyl, quando i rifiuti diventano fibre tessili
Econyl è una fibra prodotta grazie ad un processo chimico sostenibile per l’ambiente.
Il nylon, contenuto nelle reti da pesca, nell’abbigliamento sintetico in disuso e nei vecchi tappeti, viene rigenerato in materiale riutilizzabile infinite volte. Questo materiale sembra davvero rivoluzionario: da un lato riutilizza i rifiuti, e dall’altro, non ne crea di nuovi provenendo da un processo chimico ecologico. Tra gli utilizzatori del tessuto Econyl figura il marchio Arena, La Perla ed altri come Wave-O, che ha prodotto una linea di magliette con questa fibra. Per capire come funziona la trasformazione, leggete il post che riporta come una rete da pesca diventa un paio di calzini.
Il ruolo delle fibre naturali nella moda green
Nel giugno 2014, gli scienziati del Royal Institute of Technology di Stoccolma, hanno presentato il primo abito costituito interamente di tessuti provenienti da fibre riciclate da materiali naturali a base di cellulosa, usati e dismessi. Il tessuto è resistente esattamente quanto un normale tessuto “nuovo”, si chiama re:newcell.
Orange Fiber, la fibra che deriva dagli agrumi
Per citare una realtà italiana, Orange Fiber è una start-up messa in piedi da due ragazze italiane che hanno trovato il modo di produrre delle fibre ecosostenibili dalla buccia degli agrumi. Oltre a non nuocere all’ambiente, i tessuti prodotti, una volta indossati, rilascerebbero vitamina C, utile all’organismo. Che dire, ottima trovata, attendiamo ulteriori sviluppi in merito!
Bionic Yarn, la fibra riciclata di Pharrell Williams
Bionic Yarn produce un filato ad alte prestazioni ottenuto da plastica riciclata. Il materiale che ne deriva può avere usi vari, sia per capi che richiedono grande resistenza e prestazioni tecniche, sia per capi d’abbigliamento esteticamente belli. Recentemente, Bionic Yarn in collaborazione con G-Star Raw e Sea Shepherd – associazione che promuove il recupero del materiale di scarto dall’oceano – ha intrapreso un progetto che ha portato alla produzione di una linea di jeans in plastica riciclata.
Le scelte ecosostenibili dei grandi marchi
Ma facciamo una panoramica su ciò che hanno finanziato e prodotto i grandi brand della moda, dato che tutte queste novità provengono principalmente da realtà piccole e poco conosciute.
E’ recente la capsule collection ecologica presentata da Max Mara, un brand tutto italiano, che impiega il filo New Life, una fibra ricavata da bottiglie di plastica riciclate. Il processo che serve per produrre il filato è energy saving, permette di risparmiare acqua e prevede una ridotta emissione di anidride carbonica. Anche Laura Biagiotti si è data al green con la collezione di occhiali confezionati con la bioplastica M49 di Mazzucchelli. Calzedonia tra i grandi gruppi fashion sembra aver fatto qualche tentativo ecosostenibile, ricordiamo l’attività di riciclo costumi e reggiseni nel caso di Intimissimi.
Apprezziamo gli sforzi, tuttavia, questi tentativi sporadici sembrano più trovate di marketing che impegni reali…
Le aziende di moda che sembrano porre attenzione al tema ecologico
Oltre ai già in più occasioni citati Stella McCartney e Adidas, tra le aziende che silenziosamente intraprendono costanti iniziative ecosostenibili troviamo sicuramente Gucci e Timberland. La prima, con Frida Giannini alla direzione creativa, propone collezioni parzialmente prodotte con materiali riciclati o si impegna nell’ideare prodotti per il packaging biodegradabili e quindi green. In generale, l’azienda fiorentina è sempre coinvolta in qualche iniziativa in questo senso. Timberland produce scarponcini con gomma e altri materiali riciclati e riduce al massimo l’impatto ambientale usando processi produttivi all’avanguardia, giudicate voi stessi su Timberland.it.
Emergono poi come al solito le iniziative da parte di H&M, che, oltre a promuovere una moda etica favorendo condizioni di lavoro dignitose e a coltivare canapa e cotone organici senza usare pesticidi, offre abbigliamento ottenuto da materiali riciclati. Se si va a scavare nel sito di H&M si scopre anche che la plastica, il poliestere, il poliammide e altri materiali impiegati per confezionare i capi del brand svedese nascono da fibre derivate da prodotti riciclati.
I brand di moda che non sembrano preoccupasi troppo dell’ecosostenibilità
Louis Vuitton sostiene nel proprio sito di “Limitare le emissioni di CO2”, “Ridurre gli sprechi”, “Salvaguardare l’ambiente” e “Creare una forte sensibilizzazione all’interno e all’esterno dell’azienda”. E noi ci chiediamo cosa significhi… metà di questi “impegni” vogliono dire tutto e niente, soprattutto l’ultimo. Sinceramente da colossi quali LVMH mi aspetterei impegni reali e continuativi. Voi che ne dite? Avete sentito di sforzi green del gruppo francese?
Zara sostiene di produrre dei capi in cotone organico e di risparmiare energia e riciclare, ma anche qui tante belle parole. Ci crediamo? Dopo tutte le polemiche sui tessuti prodotti con sostanze nocive il dubbio è lecito. Anche Benetton e Primark non sembrano impegnarsi sul fronte ecologico. E neanche su quello etico, ricordiamo infatti lo scandalo del crollo del Rana Plaza in Bangladesh in cui entrambe le aziende sono state coinvolte.
Fonte e foto | Econyl, re:newcell, Zara, H&M, Orange Fiber, Tustyle, Gucci
Moda ecologica e tessuti riciclati