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Come eravamo: gli anni ’50 e le icone della moda
Il decennio del dopoguerra fino al boom economico rappresenta per la moda un punto di svolta, con l’unificazione dei look: ma chi erano le dive ispiratrici dell’epoca?
Gli Anni Cinquanta hanno rappresentato nel mondo occidentale un momento di forte ottimismo: si usciva dal secondo conflitto mondiale e la necessità di ricostruire, oltre alla volontà di lasciarsi momenti duri alle spalle, influenzava nel bene e nel male ogni minima decisione nella vita di tutti i giorni. Ciò si ripercuoteva anche su moda e stile delle donne e degli uomini, che iniziavano a desiderare la cura del proprio aspetto e del vestire sulla scia del principale divertimento che diventava sempre più popolare: il cinema, in grado di livellare le classi sociali e fungere da spunto di stile per ricchi e poveri.
Negli anni 50 le icone della moda sono principalmente le star del cinema: a livello internazionale assurge a ispirazione per look e movenze la più celebre diva di tutti i tempi, Marilyn Monroe, consacrata dall’abito bianco che si solleva sulla grata della metropolitana nel film Quando la moglie è in vacanza. I suoi riccioli biondi e composti, le labbra rosse, le sopracciglia sottili ad arco, il corpo esaltato da abiti fascianti e i corpetti della lingerie che iniziava ad avere un proprio mercato rendono Marilyn l’icona suprema dello stile.
Assieme a lei non possono essere dimenticate le altre grandi dive del cinema anni Cinquanta. Dagli Stati Uniti vengono esportate principalmente donne sensuali dalle forme morbide, quali Elizabeth Taylor, Ava Gardner, Lana Turner, Jayne Mansfield (sulla falsariga di Marilyn) e Jane Russell, considerate tra le dive più belle di tutti tempi.
La controtendenza alle maggiorate è rappresentata da Audrey Hepburn, sottile e dalla bellezza particolare che vedrà la sua esaltazione nel tubino nero di Givenchy indossato per Colazione da Tiffany, e naturalmente da Grace Kelly, che negli Anni Cinquanta diventerà una vera regina dopo il matrimonio con Ranieri di Monaco.
Proprio dalla vicina Francia arriva una delle icone indiscusse, Brigitte Bardot per gli intimi BB, in grado di diventare un’iconografia soltanto a guardarla: bellissima e finto ingenua, Brigitte Bardot incarnava la sensualità da lolita cresciuta che faceva impazzire gli uomini e i suoi bikini sulle spiagge della Costa Azzurra riempivano quasi quotidianamente i giornali.
L’Italia non restava indietro e sfoderava quali icone della moda anni 50 delle bellezze naturali che divennero presto amate anche a livello internazionale: Sophia Loren e Gina Lollobrigida rappresentavano la classe delle popolane “povere ma belle” dal fascino innato, fatto di ampi décolléte e vitini da vespa; al loro fianco si accomodano Silvana Mangano, Lorella de Luca, Marisa Allasio e Silvana Pampanini, sensuali e prorompenti, tanto tentatrici quanto sottilmente tentate dagli antagonisti maschi dei loro film.
Gli uomini, appunto: per loro l’icona è rappresentata dalla bellezza compatta e sfuggente di James Dean in Gioventù Bruciata e da quella sfacciata di Marlon Brando ne Il Selvaggio. Non c’è troppo spazio per l’eleganza o le buone maniere: il lok del giovane tormentato in jeans e maglietta diventa espressione di una nuova comodità più informale, resa necessaria dai cambiamenti in corso.