Fashion news
L’illusione di essere magre con la taglia XXXS di J.Crew
Il brand americano annuncia la creazione della micromisura e il dibattito ritorna: fino a dove si spinge l’assurdità delle taglie nella moda pur di soddisfare l’aspettativa del cliente?
Nel mondo della moda è facile trovare polemiche e discussioni legate alle taglie e alle misure, soprattutto nell’epoca dello shopping online, ma l’iniziativa del marchio americano J.Crew ha veramente dell’assurdo: il brand ha infatti appena lanciato la taglia XXXS, equivalente ad una 26 spagnola e 30 italiana secondo le tabelle di conversione del nostro paese, per soddisfare le aspettative delle clienti di fronte allo specchio.
Sorge spontanea una domanda: era proprio necessario?
Le donne lo sanno da tempo immemorabile: indossare la M di un marchio può equivalere a dover comprare la L di un altro e la S di un terzo, visto che la mancanza di unificazione sulle misurazioni corporee è un problema che continua ad affliggere la moda, nonostante l’Italia abbia beneficiato dell’introduzione della taglia unica europea nel 2007. Lo shopping online ha reso più forte questo fenomeno, così che i principali e-commerce hanno sempre una dettagliatissima guida alle taglie con le misure in centimetri e in inches a seconda del sistema metrico di riferimento, e i consigli sulla cosiddetta “vestibilità” del marchio per consentire un acquisto quanto più accurato possibile.
Anni e anni di metri da sarta avvolti intorno al corpo e bilance su cui pesarci ci hanno forgiate. Possiamo avere un piccolo sussulto di disperazione se ci troviamo ad acquistare un golfino in una taglia in più, credendo di essere improvvisamente ingrassate anche se indossiamo la solita maglietta che ci calza perfettamente, ma l’intelligenza e la razionalità prendono poi il sopravvento: se il tessuto della taglia usuale non è sufficiente a coprirci, oppure cade male e tira a destra e a manca, perché non acquistare una misura in più a cuor leggero? È evidente che lo sbaglio sta nelle taglie nel marchio e non nelle misure del nostro corpo.
La mancanza di unità nelle taglie non dovrebbe farci sentire inadeguate a indossare un capo, ma è evidente che da J.Crew questo concetto non sia ancora passato del tutto. Il marchio americano si è giustificato sostenendo che questa misura è stata pensata per il mercato asiatico, dove a quanto pare le donne sono così magre da avere 45 centimetri di giro vita (a tanto corrisponde la XXXS), secondo quanto ha riferito un portavoce a Today:
Stiamo semplicemente soddisfacendo la domanda che viene dall’Asia per taglie più piccole di quelle che abbiamo solitamente. Le nostre taglie vestono molto e nel mercato asiatico invece si preferiscono misure più piccole.
In realtà questa di J.Crew sembra un vanity sizing, quel fenomeno frequentissimo tra molti marchi che modificano le proprie taglie per soddisfare le aspettative delle insicurezze femminili e farle apparire, almeno nelle misure, più magre: come se poter comprare una S che una volta era una M possa illusoriamente farci credere di aver perso finalmente qualche centimetro di circonferenza alle cosce o al punto vita.
Perché dovrei sentirmi soddisfatta nel poter acquistare una XXXS di J.Crew? Perché secondo quel marchio sono finalmente magra e quindi automaticamente più bella? Inutile continuare a dibattere sulle modelle troppo magre e i modelli anoressici in passerella, se i sistemi delle taglie di riferimento sono comunque così sballati ed esistono ancora creativi che pensano che tante X quanto quelle di un film hard possano illuderci di aver conquistato un’inesistente taglia perfetta.
Via | El País, Capitol Hill Style, ABC, Today