Fashion news
Campagna Abiti Puliti: la coalizione per i diritti dei lavoratori nel tessile
La Campagna Abiti Puliti, branca italiana della Clean Clothes Campaign (CCC), si impegna ad assicurare il rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori nel tessile, questa si occupa anche del risarcimento dei lavoratori coinvolti nella tragedia del Rana Plaza.
Nella puntata di Presa Diretta su Rai 3 del 17 marzo dedicata al Made in Italy, si è discusso di moda ed etica, parlando anche della Campagna Abiti Puliti, branca italiana della Clean Clothes Campaign.
Dal 1989 la coalizione Clean Clothes Campaign lotta per salvaguardare i diritti fondamentali dei lavoratori, sensibilizzando i consumatori e facendo pressioni sulle aziende e sui governi. Ma come funziona l’alleanza? Questa si occupa di diverse campagne tutte atte a migliorare le condizioni lavorative nel settore tessile, tra le tante, ricordiamo l’iniziativa per assicurare ai lavoratori dei salari più dignitosi. L’associazione si avvale di di più di 200 organizzazioni e sindacati in paesi in cui è localizzata la produzione tessile, che collaborano nell’individuare le tipologie di campagna da intraprendere ai fini di promuovere una moda etica. Anche noi cosumatori possiamo collaborare, non solo informandoci ed attuando dello shopping consapevole, ma anche facendo una donazione all’associazione.
In particolare, da dopo la tragedia avvenuta al Rana Plaza in Bangladesh il 24 aprile scorso, la catastrofe più grave che abbia mai coinvolto il settore tessile, la CCC si impegna a combattere per evitare che disastri simili accadano nuovamente in Bangladesh.
Come si può apprendere dalla puntata di Presa Diretta, Clean Clothes Campaign ha messo a tavolino tutte le aziende che producono in Bangladesh e ha tentato di promuovere la creazione di un fondo che potesse assicurare una pensione a tutti i superstiti della tragedia e alle famiglie dei caduti. Tra i pochi brand che hanno aderito a questa iniziativa, il Rana Plaza Donors Trust Fund, emergono Inditex, Mango e Camaieu. Tutti i marchi italiani coinvolti nella vicenda, tra cui Benetton, che continua ad essere obiettivo di feroci attacchi mediatici da parte dell’associazione, hanno rifiutato di partecipare.
Tuttavia, Benetton e molti altri brand della moda hanno deciso di aderire all’Accord on Fire and Buildings Safety, l’iniziativa che invece promuove una maggiore sicurezza nei posti di lavoro, favorendo la prevenzione di incendi, crolli strutturali o altri disastri che rechino danno ai lavoratori. Questo progetto prevede che tutti i marchi aderenti dichiarino apertamente i propri fornitori e subfornitori in Bangladesh, in questo modo, le ispezioni previste per un periodo di cinque anni, andranno fatte in tutti i luoghi adibiti alla produzione, nessuno escluso.
Alessandro Franceschini, il presidente dell’AGICES, l’assemblea generale italiana del commercio equo e solidale, di cui abbiamo discusso nell’ambito della moda etica, ha scritto alla redazione di Presa Diretta complimentandosi per l’inchiesta portata avanti e per i contenuti della puntata, estremamente attuali e di grande rilevanza. Questo ci conferma la solidità e la diffusione dell’impegno nel dirigere il fashion verso un percorso di sostenibilità.
Infine, ricordiamo il primo Fashion Revolution Day il 24 aprile, istituito proprio in occasione dell’anniversario della tragedia del Rana Plaza.
Via e foto | Abiti Puliti
Via | Piazza Pulita, puntata del 17/03/2014
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