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Moda etica ed ecologica, i criteri di sostenibilità
La sostenibilità nella moda ha molteplici facce, è facile essere sostenibili da un lato e disastrosamente impattanti da un altro, vediamo quali sono i criteri di etica ed ecologia.
Si parla sempre più di ecologia e sostenibilità, in tutti i settori. Ma cosa significa essere eco-sostenibili quando si tratta di moda? Ci sono determinati requisiti che andrebbero analizzati. In questa sede ne presentiamo un elenco, distinguendo tra etica ed ecologia, per favorire una scelta consapevole nel momento in cui si decide tra questo o quel marchio.
Moda etica: cosa significa?
Nel filone della moda etica individuiamo il tema dei capi prodotti eticamente, cioè che rispettano da un lato l’ambiente, dall’altro le persone fisiche che contribuiscono alla produzione.
Si tratta ad esempio di non coinvolgere i minori nella produzione; di pagare equamente il personale e così via. Tale tematica è diventata particolarmente rilevante con la diffusione della prassi di delocalizzare la produzione in paesi in cui i costi di manodopera sono inferiori. Questo è il cosiddetto commercio equo e solidale, che permette quindi non solo di dare lavoro a chi non ce l’ha, ma anche di valorizzare tecniche produttive o tradizioni di design specifiche di determinate culture. Nell’impegno etico ed ecologico si distingue il marchio italiano Gucci, pioniere in fatto di responsabilità sociale.
Inoltre, parlando di moda etica si apre il capitolo dei materiali tossici, non solo per l’ambiente in generale, ma proprio per le persone che li indossano, e qui ricordiamo la vicenda che poco tempo fa ha coinvolto colossi della moda come H&M, Adidas e Converse o Zara
Anche i prodotti vegani rientrano nel filone etico, dato che sono quelli che non prevedono l’uso di materiali animali, e che quindi non presuppongono trattamenti disumani nei confronti degli animali per ottenere pelli o pellicce. Tra gli stilisti “vegani” troviamo Stella McCartney, famosa per il suo impegno nella produzione di una moda ecosostenibile.
Moda ed ecologia
Nel filone dell’ecologia, invece, rientrano tutta una serie di tematiche legate al rispetto dell’ambiente.
Innanzitutto, per essere ecologici, si possono impiegare le fibre cosiddette “organiche”, quelle cioè che non prevedono l’uso di pesticidi o altre sostanze tossiche nella loro crescita e produzione. Inoltre, un altro aspetto che va sempre controllato è che tutti i procedimenti di tintura e trattamento dei tessuti non siano inquinanti. Questa è una delle tematiche più sensibili, dato che l’inquinamento di suolo, acqua ed aria in questa fase della produzione è comune, mentre evitare questo danno è costoso e richiede macchinari e prodotti specifici. Tra le aziende che si impegnano a limitare l’inquinamento e fenomeni dannosi come la deforestazione troviamo Valentino.
Altro metodo eco-friendly è l’uso di materiali biodegradabili, che non vadano a peggiorare il sempre più gravoso problema dello smaltimento dei rifiuti. Ricordiamo che tutti i tessuti sintetici, non costituiti quindi da fibre naturali, sono derivati dal petrolio e hanno bisogno di essere smaltiti (PVC, acrilico, poliestere, nylon). Il marchio sportivo Puma, nel proprio impegno per il pianeta, ha prodotto in passato delle scarpe biodegradabili e riciclabili.
Inoltre, riutilizzare capi già esistenti, scampoli di stoffa di scarto, e altri materiali di riciclo è un metodo adottato da molti designer emergenti per essere ecologici. Oppure, creare tessuti da prodotti di scarto. Marchi tra cui H&M e Max Mara hanno proposto linee di abiti confezionati con tessuti riciclati.
La moda ecosostenibile è possibile?
Ciò premesso, può la moda essere realmente ecosostenibile? Non vi sembra che sia estremamente difficile rispettare tutti i criteri sopra elencati? Molti marchi, infatti, sono sostenibili su un fronte ma impattanti su un altro.
Se da un lato l’eticità sembra un obiettivo apparentemente ottenibile, sebbene con fatica e qualche rinuncia anche da parte del consumatore, dall’altro, la moda veramente ecologica risulta invece utopistica, essendo ora come ora, alla portata di pochi. Le fibre naturali e biodegradabili sono spesso care ed elitarie, e tutte le aziende che si impegnano a non inquinare usando metodi produttivi meno impattanti, ovviamente, aumentano i prezzi per poter sostenere questo tipo di processi produttivi. Inoltre, creare nuovi tessuti da prodotti di scarto richiede ricerca e nuove tecnologie, tutti procedimenti costosi.
Sembra evidente che, in attesa di nuove tecnologie che forniscano soluzioni più economiche, l’unico modo per essere eco-sostenibili con un occhio al portafoglio è riciclare. Via libera, quindi, a compra-vendita e scambio dell’usato, finchè possibile.
Via | Ecofashionworld