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Giorgio Armani contro tutti: è polemica dopo Milano Moda Donna
Re Giorgio chiude la settimana della moda di Milano con le solite polemiche. Che riguardano in particolare la signora di Vogue America.
Non è Milano Moda Donna se non c’è almeno una polemica di Giorgio Armani. Questa volta lo sfogo è contro i grandi assenti del parterre della sua sfilata, Anna Wintour su tutti, rea di aver preso un volo con destinazione Parigi, dove ieri è iniziata la setimana della moda, e aver snobbato il suo defilè. Dopo il fashion show, lo stilista si è così sfogato con i giornalisti nel backstage:
Oggi, ultimo giorno della settimana della moda, non c’era un nome di appoggio al mio: sono il solo stilista di peso. Così c’è chi ha preso l’aereo ed è volata a Parigi. Dicono che la signora Wintour, essendo venuta ad Armani Privè non viene al pret-a-porter. Ma questo non è professionale! Lei ha peso e potere, ma forse anch’io.
Va detto, però, nel front row di Giorgio Armani erano presenti, tra gli altri, Francesco Arca, Eva Riccobono, Massimo Gramellini e Kakà. Tutti segnalati direttamente dal solertissimo ufficio stampa e in sorridente posa per lo scatto con Re Giorgio. Insomma, sono fortune.
La polemica è riferita soprattutto, come ogni stagione, all’ordine di apparizione stabilito dalla Camera della Moda, che anche per quest’anno ha visto la sfilata di Armani in programmazione per l’ultimo giorno di Milano Moda Donna. E si sa, l’ultimo giorno delle fashion week, viene spesso snobbato: un po’ per correre nella successiva capitale della moda, in parte per sfinimento (può sembrare strano ma, sì, lavorare nel patinato mondo fashion è stancante) o per un mancato invito (come nel nostro caso, che da anni proviamo ad avere un accredito ad una sfilata che, al contrario della Wintour, non ci sogneremmo mai di boicottare). Ecco allora che la furia del re del made in Italy si scaglia anche, e soprattutto, contro la Camera della Moda, colpevole di metterlo sempre in un angolo:
La Camera della Moda non è all’altezza, nell’ultimo giorno sono rimasto solo io, e tutti stanno zitti. Hanno mollato il signor Armani, e questo è proteggere la moda italiana? La Cnmi cosa fa? Io ci sono entrato ma posso anche uscirne. Perchè devo essere sempre il fesso penalizzato, e dire che sono anche qualcuno!
Giorgio Armani non è nuovo a questo genere di polemiche (forse non è un caso che nel parterre della sua sfilata fosse presente anche il sindaco di Milano Giuliano Pisapia) e, sebbene il defilè di Emporio Armani sia andato in scena il secondo giorno di Milano Fashion Week, lui è convinto di essere considerato uno stilista di serie B (salvo poi considerarsi l’eccellenza in termini di made in Italy, ma questa è un’altra faccenda).
Infine, non poteva mancare, l’invettiva contro gli altri stilisti italiani, pericolosi per il sistema moda:
L’esaltazione della fantasia a ruota libera manda i giornalisti in visibilio ma è un rischio e, alla fine, contrasta con quello che vogliamo fare della moda. E non ditemi che, oltre ai capi da sfilata, poi c’è tutto il resto, perchè la stampa parla invece di quello che all’80% non viene prodotto e venduto, e allora il gioco è chiuso. E a settembre, quando una donna vuol vedere nei negozi qualcosa di quello che ha visto sui giornali, non lo trova, e questo è negativo per tutti. Ci facciamo ridere addosso e prendere per quelli che vogliono stupire a tutti i costi. Nessuno ha il coraggio di dire che, se la moda italiana deve essere aiutata anche dallo Stato a rappresentare nel mondo ciò che siamo, dobbiamo mostrare un prodotto che non sia lo specchietto per le allodole, ma che abbia una sua funzione. A me questa situazione può anche andare bene, così sono da solo a fare una moda che non sia troppo spettacolare, ma se parliamo invece del sistema moda, allora no. La Cnmi vuole che la moda sia una bandiera, allora parliamo degli agonismi e antagonismi al nostro interno, invece abbiamo la tendenza a vedere cosa fanno oltralpe e oltreoceano e perdiamo molta nostra cultura. È più facile fare un grande scollo a V e usare uno stampato della madonna, che rinnovare un tailleur. È drammatico cambiare una giacca con piccole innovazioni. Noi cerchiamo di farlo. Gli altri poi ci copiano, andate a vedere in Montenapoleone, ci sono i miei vestiti di dieci anni fa!
Siamo alle solite: secondo Armani la moda consiste nel creare abiti su misura per donne vere, non capi ai limiti dell’avanguardia. Ma, seppure sia un concetto più che condivisibile, rimane una sua personalissima opinione. C’è chi, per dire, trova le creazioni di Dolce&Gabbana o Maison Martin Margiela meravigliose e attuali. Insomma, non tutto lo scibile della moda gira attorno al tailleur, caro Giorgio. E lo diciamo con profonda stima e ammirazione, perché qui in redazione amiamo da sempre lo stile impeccabile ed elegante di Giorgio Armani. Ma quando è troppo è troppo. E dopo una settimana di Milano Moda Moda intensa e piacevolmente sorprendente, è svilente e triste finire a tutti i costi con una polemica.
Via | HuffingtonPost