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Modelle disabili nella sfilata di Carrie Hammer alla New York Fashion Week
La scelta della stilista e di Miss Wheelchair New York 2012 è stata fatta per portare all’attenzione del pubblico le necessità più frivole ma sempre importanti delle persone disabili, tra cui vestirsi alla moda.
La New York Fashion Week per le collezioni del prossimo autunno inverno 2014-2015 è ormai agli sgoccioli: le sfilate sono state tante, ricche di spunti e trend che non mancheremo di seguire approfonditamente qui su Fashionblog, ma al di là del discorso modaiolo c’è stato un timido accenno di impegno sociale da parte di alcuni stilisti.
Durante questi enormi eventi di moda, le polemiche tendono a saltare fuori al minimo accenno di razzismo o battute poco felici: Maison Martin Margiela è stata ripresa nella sua presentazione per non aver dato spazio a modelle di colore e molti osservatori hanno criticato la scarsa presenza di mannequin che non fossero bianche e slavate, da canone modaiolo imposto; ma in altre sfilate, come da Donna Karan che ha celebrato i suoi 30 proprio durante la settimana della moda nella sua città, sono apparse anche persone normali come donne che potremmo incontrare tutti i giorni, abbigliate meravigliosamente dalla stilista.
Altro discorso, più delicato ma efficace nella sua semplicità, è stato quello proposto dalla stilista Carrie Hammer: la designer ha voluto in passerella Miss Wheelchair New York 2012, la dottoressa Danielle Sheypuk, che ha sfilato sulla sua sedia a rotelle nella presentazione della collezione per mostrare anche al mondo glamour del carrozzone modaiolo la vita quotidiana delle persone disabili.
Danielle Sheypuk, sfilata di Carrie Hammer
Ho preso la decisione di assumere modelli, non modelle. E’ importante per me che le donne abbiano un’immagine positiva del proprio corpo e siano incoraggiate a lavorare e a viversi la vita. La mia linea fa vestiti proprio le donne: non facciamo vestiti dentro i quali le donne debbano infilarsi e basta.
Non è la prima volta che si parli di disabili nel mondo della moda: di recente, anche Diesel ha presentato una modella in carrozzella nella campagna di Nicola Formichetti #WeAreConnected, e la campagna di sensibilizzazione portata avanti da un negozio di Zurigo che aveva posto manichini disabili in vetrina non aveva mancato di suscitare scalpore, portando alla ribalta una questione che la stessa modella e dottoressa Danielle Sheypuk, intervistata dopo la sfilata di Carrie Hammer, ha sintetizzato efficacemente:
Le persone con disabilità sono un mercato di consumo non ancora sfruttato dal mondo della moda. Leggiamo i giornali, compriamo nei negozi ma nulla è mai a tono con noi. Le persone disabili devono vedere questa sfilata, è un supplemento di forza e autostima, come dire “se ci riesce lei, posso farlo io. Chi se ne frega della mia sedia a rotelle?
Di fronte alle continue polemiche, anche nostrane con la discussione sullo spot di Sanremo 2014 ritenuto offensivo nei confronti dei portatori di protesi e dei disabili, una dichiarazione come quella della dottoressa Sheypuk offre uno spaccato deciso e diretto: il disabile non va commiserato per la sua volontà di vestire in modo “normale”. Questo il mondo della moda tende a dimenticarlo: una sfilata coraggiosa lo ha mostrato.
Via | Huffington Post