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Sostanze tossiche nei vestiti per bambini: il rapporto di Greenpeace denuncia i grandi marchi di abbigliamento
Piccoli Mostri Nell’Armadio è il rapporto dell’associazione ambientalista che denuncia la presenza di composti chimici tossici in alcuni capi di abbigliamento per bambini diffusi in tutto il mondo.
Un rapporto scottante e davvero inquietante, dall’emblematico titolo Piccoli Mostri Nell’Armadio, è stato presentato dall’associazione ambientalista di Greenpeace il 14 Gennaio: si tratta di una denuncia vera e propria formulata sulla base di un’indagine condotta da Greenpeace sui grandi marchi di abbigliamento per bambini del mondo.
L’inchiesta è stata condotta in maniera rigorosa su 82 articoli di vestiti per bambini acquistati in negozi monomarca o rivenditori autorizzati nel maggio e giugno 2013 in 25 diversi Paesi del mondo; sorprende -ma non più di tanto- la presenza di alcuni marchi di abbigliamento molto famosi e quotati nella moda per bambini, come si legge nel rapporto.
Il campionamento comprendeva marchi popolari come American Apparel, C&A, Disney, GAP, H&M, Primark, e Uniqlo e marchi di abbigliamento sportivo come Adidas, LiNing, Nike e Puma, per arrivare a marchi del lusso come Burberry.
Un’indagine a tutto tondo sui marchi più famosi, insomma, che ha rivelato amare sorprese:
I prodotti sono stati inviati ai laboratori di Greenpeace presso l’Università di Exeter in Gran Bretagna, da dove sono stati smistati a laboratori indipendenti accreditati. In tutti i campioni è stata ricercata la presenza dei nonilfenoli etossilati (NPEs); alcuni prodotti sono stati analizzati anche per verificare la presenza di ftalati, composti organostannici e composti chimici perfluorurati (PFCs) o antimonio, nei casi in cui il tipo di prodotto giustificava ulteriori analisi.
Sostanze tossiche altamente nocive per la salute dei bambini, riscontrate a livelli simili a quelli di un precedente rapporto stilato sulla base di un’indagine parallela sull’abbigliamento per adulti: a quanto pare la strada per estendere la campagna Detox, promossa proprio da Greenpeace nel luglio 2011 per l’eliminazione delle sostanze chimiche pericolose nell’industria tessile su scala globale, è ancora molto lunga.
In Italia già ad inizio 2013 era emerso uno scandalo dopo la denuncia della LAV per la presenza di sostanze tossiche nel trattamento delle pellicce che adornavano alcuni capi per bambini; è evidente che, se da un lato molte aziende si stanno adeguando per un’industria della moda più “pulita” ed ecologica, riducendo le emissioni ed eliminando i coloranti chimici pericolosi come riporta la stessa Greenpeace, dall’altro la delocalizzazione all’estero e il mancato controllo delle sostanze coloranti o dei tessuti sintetici continua a produrre sì profitti ingenti per le aziende, ma conseguenze gravi sulla salute delle persone.
Via e Foto | Greenpeace