Accessori
Falsi e imitazioni: comprarli è fuori moda e dannoso per il made in Italy
Miseria e Nobiltà: non è una questione di “Titoli” o denaro, ma alimentare il racket che c’è dietro alla vendita dei “tarocchi” nelle strade, non rendersi conto che l’artigianalità italiana può far di meglio, è la differenza che sussiste tra indossare un capo di imitazione o un capo ispirato.
Capita spessissimo di vedere modelli di marchi storici, soprattutto nel mondo degli accessori, replicati in varie dimensioni, colori e materiali. Spesso re-invenzioni di grandi icone (come la Kelly-Birkin), declinazioni di grandi monumenti della storia della Moda a mio avviso volti a sdrammatizzare, ringiovanire questi pezzi importanti.
Può essere giustificabile trarre ispirazione da quei modelli iconici, come un Andy Warhol preso dal volto della grande Marilyn o un Armand con i suoi violini e la loro destrutturazione: si crea così un giusto “peso” iconografico ed i capi storici vengono elevati al pari delle grandi opere di questi autori.
Ritengo però ridicolo, pertanto “miserabile” (in questo gioco di parole) il cosi detto “tarocco”, “il voglio ma non posso” che sminuisce il valore stesso di ciò che si vorrebbe possedere.
Penso a tutte quelle borse e cinture in simil Gucci, con il noto intreccio di G trasformarsi in un numero mistico…(69)… o al LV diventare un doppia L o un LX (come ironicamente amo chiamarlo:”Luigi Vitello”!)
Mi chiedo perché ci sia il bisogno sfrenato di questo genere di manifestazioni di “miseria”: nel momento in cui si vede palesemente che si tratta di una borsa made in “non si sa” ci si sminuisce da soli. Per costo pari o leggermente superiore si trovano infinite borse artigianali, made in italy, realizzate a mano, con grandi pelli, con design che possono essere ispirati alle grandi borse, giustificabili per lo meno con un forte patriottismo/ nazionalismo.
Non dimentichiamo che in Italia la grande manodopera artigiana ci ha resi famosi in tutto il mondo ed è a ragion veduta degna di considerazione, molto più di quanto possa esser invece un’imitazione “tarocca”, che oltre ad impoverire la Moda impoverisce la sua essenza e la dignità di chi la indossa.
La “Nobiltà” non sta nel marchio come la “Miseria” nel volgare denaro, ma in ognuna di esse la differenza la fa persona.
L’accessorio si esaurisce da sé, ma può esser icona, veicolo di idee, pensieri, sudore e fatica di chi le ha create (manodopera artigiana italiana) e si manca loro di rispetto quando si acquistano questi “tarocchi”.
Volete trovar il senso di un gesto nobile? Devolvete i soldi del tarocco in beneficenza anziché illudersi di diventare fighe/fighi con quel genere di oggetti: in quel momento non andrete solo contro al buon gusto o al buon senso ma, peggio, alimenterete anche un racket, il mercato illegale dei falsi. Ciò non vuol dire solo che chi acquista sia fuori legge ma anche chi vende e soprattutto che costoro vengono sfruttati miseramente per un giro di soldi che loro non godranno mai.
In giro per Milano tra Brera e Corso Garibaldi, Porta Ticinese ci sono ancora botteghe artigiane che lavorano con amore e passione pellami pregiati e non. Alcuni di essi sono in grado di soddisfare la vostra sete di fashion con infinite personalizzazioni che spesso sono più economiche delle borse che trovate per strada.
Questo articolo non vuole essere meramente critico nei confronti di chi compra o ha comprato dei “tarocchi”, ma semplicemente far riflettere su ciò che ci sta intorno ed è possibile (forse anche meglio) aiutare l’italianità e le capacità di chi ama il proprio lavoro e lo fa da generazioni. Mi scuso in anticipo se i toni aspri e i giochi di parole da me utilizzati urtano la sensibilità di chi legge, ma ritengo che non sia giusto alimentare un racket quando abbiamo la fortuna di poter aver di meglio e di più.