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Miuccia Prada racconta il fascino della bruttezza
Miuccia Prada è la signora italiana della moda ed è una delle donne più ricche e potenti del mondo. Durante un’intervista al magazine inglese Stella ha parlato del suo modo, tanto criticato inizialmente, di approcciarsi al fashion.
La moda è una forma d’arte e come tale deve ispirare al bello. Almeno dovrebbe essere così. È per questo motivo che ha fatto molto discutere l’approccio estetico di Miuccia Prada, che ha assunto il controllo dell’azienda di famiglia, fondata dal nonno, nel 1978 facendola decollare verso i mercati internazionali e soprattutto verso il successo. È stata accusata, ai tempi, di portare il trash nell’haute couture.
La bruttezza è attraente ed eccitante. La ricerca della bruttezza, per me, è molto più interessante dell’idea borghese della bellezza. Perché? Perché la bruttezza è umana, riguarda il lato peggiore e sporco della gente. Ecco, dire tutto questo sembra uno scandalo perché parliamo di moda, ma in altri campi dell’arte è qualcosa di estremamente comune: in pittura e nei film è normale vedere la bruttezza. Invece, nel fashion resta un tabù, e sono stata molto criticata per aver inventato il “trash” e il “brutto”.
Le cose in 35 anni sono cambiate molto, tranne il sodalizio con il marito Patrizio Bertelli. Si può dire tutto a Miuccia Prada, tranne che non sia una maestra di stile e che i suoi abiti, spesso minimalisti, non siano elegantissimi. Certo allora, la stilista quasi 30 anni, aveva molto da imparare e una visione del mondo con cui fare i conti:
Quando ho iniziato, la moda era il posto peggiore in cui potevi trovarti se eri una femminista di sinistra. Era spaventoso, ho sempre avuto problemi con tutto questo. Probabilmente mi sentivo in colpa per il fatto di non fare qualcosa di più importante, di più politico, e in un certo senso ho cercato di usare l’azienda per altre attività.
Via | Telegraph