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Prada sotto indagine per evasione fiscale, ma il brand parla di atto dovuto
In questi giorni si parla di una verifica dell’Agenzia delle Entrate nei confronti di Prada, ma in realtà Prada Holding e i suoi azioni di controllo a dicembre hanno completato una procedura di voluntary discoluse dopo la scelta di riportare in Italia le proprie attività. Ecco tutti i dettagli.
Anche Prada nei guai con il fisco per presunta evasione fiscale? Non c’è pace per i marchi di moda italiani. Dopo la condanna di Dolce&Gabbana, ecco che anche un altro famoso fashion brand, amato e apprezzato a livello internazionale, è interessato in queste ore da molte notizie che riguardano proprio la scelta del tutto volontaria di riportare in Italia le proprie attività, con un accordo stretto con l’Agenzia delle Entrate. Miuccia Prada insieme a Patrizio Bertelli, CEO del gruppo, a dicembre scorso avevano già sciolto ogni nodo.
Il fashion brand, infatti, poco tempo fa aveva accettato, in seguito ad un accordo con le autorità fiscali, di trasferire le aziende dai Paesi Bassi e dal Lussemburgo, dove la maison ha goduto di regimi fiscali inferiori a quelli nostrani, nel nostro paese, pagando delle tasse con effetto retroattivo. Si tratta di un’iniziativa assolutamente volontaria, effettuata all’interno di un percorso di cooperazione avviato in concerto con l’Amministrazione finanziaria italiana sin dal lontano 2008. Quindi nessun guaio, una decisione strategica che non causerà strascichi al marchio, come sottolineato dagli avvocati del gruppo e anche dall’Agenzia delle Entrate stessa.
Con questo accordo il fashion brand non incorrerà nei guai con la giustizia capitati ad esempio a Domenico Dolce e Stefano Gabbana, ma in questi giorni il caso è ritornato alla ribalta. Il marchio di moda parla di atto dovuto, così come la stessa Agenzia delle Entrate. Infatti, Salvatore Lampone, direttore centrale dell’accertamento dell’Agenzia delle Entrate, a proposito dell’inchiesta della Procura di Milano sottolinea che non sono in corso ulteriori verifiche, anche se le leggi prevedono l’obbligo di comunicazione all’autorità giudiziaria.
Le procedure di accertamento relative ai soci di controllo del gruppo Prada iniziate a seguito di una voluntary disclosure attivata dagli stessi azionisti di controllo del gruppo, si sono positivamente concluse con il pagamento di tutti i debiti tributari, compresi sanzioni e interessi, e non vi sono altre verifiche fiscali in corso da parte dell’Agenzia.
Nessun problema, dunque, per Prada a livello fiscale, ma solo una notifica all’autorità giudiziaria prevista per legge: tutto tranquillo, insomma!
Via | Fashionista