Celebrity
Nicole Kidman per Jimmy Choo, la campagna prefall 2014 è glam rock
L’attrice australiana è stata riconfermata testimonial del marchio anche per la prossima stagione.
Il sodalizio continua e stavolta fa poker: Nicole Kidman è per la quarta volta testimonial e volto di Jimmy Choo, il brand inglese di scarpe e borse di lusso che ha rilasciato oggi una piccola preview della campagna pubblicitaria per la collezione prefall 2014, anteprima del prossimo autunno inverno, e siamo di fronte ad atmosfere ben diverse rispetto all’algida Grace Kelly impersonata dall’attrice australiana nel prossimo film.
Nella foto pubblicata sulla pagina Facebook del marchio, Nicole Kidman mostra un animo quasi rock a differenza delle precedenti campagne: con indosso solo una giacca bianca, i lunghi capelli sciolti, stivaletti Marlin Boots (che non faticheranno a diventare un cult per le appassionate fashioniste di tutto il mondo) e una splendida shopper di pitone svogliatamente in braccio, le gambe di Nicole Kidman sono le prime protagoniste di questa foto di anteprima, scattata da Willy Vanderperre.
La differenza con le altre campagne pubblicitarie di Jimmy Choo cui Nicole Kidman ha partecipato è proprio nell’ambientazione: la scelta di crearne una completamente diversa dalle precedenti è stata il motore principale che ha animato la realizzazione degli scatti, che verranno pubblicati probabilmente a giorni; è stata la stessa attrice australiana a rivelarlo in una dichiarazione:
E’ stato divertente abbracciare uno spirito più ribelle per Jimmy Choo: abbiamo ascoltato moltissima musica rock grandiosa per entrare nell’atmosfera giusta per gli scatti.
Ad una prima occhiata ciò che salta alla vista è sì l’atmosfera rock glam, molto patinata, della campagna pubblicitaria, anche se indubbiamente è ben più visibile… il fotoritocco: nelle volute di fumo che attraversano longitudinalmente il corpo di Nicole Kidman nella foto della campagna, il volto dell’attrice australiana è a malapena riconoscibile e di sicuro non è per colpa dei capelli di fronte agli occhi, ma del quantitativo di strumenti di ritocco che ne hanno alterato l’espressione, il colore della pelle, i tratti e quanto altro.
Che le campagne pubblicitarie stiano marcando troppo il passo con immagini poco aderenti alla realtà, banalmente creative (che avevamo già discusso su Dior e Marion Cotillard) e che difficilmente fanno gridare alla bellezza di fronte a standard basati ormai solo sull’avvenenza di attrici e modelle testimonial (come Miranda Kerr, ormai volto di più di dieci brand)? Il dibattito continua.