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Roberto Cavalli e le stampe diventate marchio di fabbrica
Maculate, grafiche, colorate: le stampe sono diventate la cifra stilistica dei marchi dello stilista toscano.
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Dici maculato e pensi a Roberto Cavalli. È un’associazione immediata e quasi scontata, non solo da addetti ai lavori: le stampe animalier dello stilista toscano sono diventate la cifra stilistica dei suoi capi e il tratto distintivo delle sue boutique. La passione per le stampe, nata ai tempi delle scuola d’arte durante la specializzazione sulle applicazioni tessili della pittura, diventa in breve tempo un brevetto e un innovativo metodo per colorare la pelle. Sono gli anni delle stampe floreali, delle collaborazioni con Hèrmes e Pierre Cardin, degli esperimento su denim e pelle.
Lo stile di Cavalli mischia gli intarsi con il denim, le applicazioni con la pelle, fino ad ottenere un effetto glamour, secondo alcuni artificioso, per molti in perfetto stile anni ’90, periodo in cui lo stilista fiorentino si afferma sul mercato nazionale e internazionale della moda. Un successo planetario (confermato poi negli anni 2000 con l’apertura di locali monomarca, la linea giovane Just Cavalli, Angels & Devils e le collezioni accessori, underwear, parfum) che è anche il frutto di un fortunato incontro, quello con la seconda moglie Eva, sua partner nella vita e nel lavoro da sempre.
Ma dicevamo delle stampe: a differenza di altri stilisti, come Gianfranco Ferré, il lavoro di Cavalli si concentra sulla sperimentazione di tessuti e accostamenti, più che sulla struttura degli abiti. Stampe che spesso si trasformano in disegni gotici, molte volte rimangono legate al mondo animalier, quasi sempre si mescolano a colori decisi. L’imprinting del fashion designer si vede nella continua evoluzione della classica stampa maculata (di solito è leopardata): da disegno inserito in un contesto gotico a grafiche optical, dal design barocco a soggetti onirici. Le stampe di Roberto Cavalli richiamano mondi sconosciuti, a metà tra sogno e realtà, non hanno bisogno di complesse strutture architettoniche perché sono già esse stesse l’essenza dei capi dello stilista toscano.