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Fashion Revolution Day 24 Aprile 2015, la moda etica #whomademyclothes
Il Fashion Revolution Day nasce con l’intento di responsabilizzare le coscienze scegliendo di vestire in modo più etico.
Il 24 Aprile 2015 è di nuovo Fashion Revolution Day: l’iniziativa è nata lo scorso anno per commemorare la tragedia del Rana Plaza, quando nel 2013 l’edificio di otto piani del distretto Savar di Dacca in Bangladesh crollò al suolo causando 1129 morti e oltre 2500 feriti.
Per ricordare ogni anno la morte di questi lavoratori dell’industria tessile impiegati nella produzione di capi di abbigliamento commissionati dai principali marchi di moda low cost, tra i quali l’italiana Benetton che di recente ha annunciato di voler donare 1,1 milione di euro alle vittime (a fronte ai 5 milioni richiesti dalle parti civili), è stato istituito il Fashion Revolution Day che si prefigge di sensibilizzare le coscienze per vestire in modo più etico. Le stesse aziende coinvolte hanno firmato nel maggio 2014 l’Accord Safety Building per la sicurezza dei lavoratori.
[img src=”https://media.fashionblog.it/d/d65/benetton-rana-plaza.jpg” alt=”Benetton Rana Plaza” height=”424″ title=”Benetton Rana Plaza” class=”alignleft size-full wp-image-194298″]
Scrivevamo lo scorso anno:
Il Fashion Revolution Day vuole spingere le persone alla consapevolezza, sperando che in questo modo anche le aziende aumentino i controlli ed abbiano piena coscienza della propria supply chain e dei suoi risvolti. È un ricordo amaro, che focalizza l’attenzione sul lato oscuro del sistema della moda, ma che si proietta sul cambiamento e quindi su un futuro più etico e positivo. Questa giornata vuole concentrarsi sulla positività della produzione dei capi di moda, in quanto portatrice di lavoro e beneficio alle popolazioni che vengono coinvolte.
Vestire etico è importante ed è il piccolo battito d’ali che può causare il terremoto nell’industria e nell’economia del tessile: se scegliessimo tutti un guardaroba più eco-friendly, da conquistare con piccoli accorgimenti facili da seguire, si affronterebbero con meno ipocrisia molti argomenti seri che spaziano dall’inquinamento ambientale (l’industria tessile è la prima causa di inquinamento nel mondo) fino allo sfruttamento dei lavoratori del tessile.
Vale la pena seguire la Campagna Abiti Puliti, branca italiana della Clean Clothes Campaign per il miglioramento della filiera produttiva.
Potete partecipare al Fashion Revolution Day 2015 indossando i vostri capi al contrario per mostrare le etichette e caricando le foto sui social attraverso l’hashtag #whomademyclothes o anche #fashrev:
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